La famiglia Mosconi de Fugaroli fa risalire le proprie origini al XV secolo, mentre la sua presenza a Sandrà, in provincia di Verona, è databile ai primi decenni del ‘700, epoca alla quale si può attribuire l’acquisizione e i successivi ammodernamenti della villa nota come Saletto.
Nella seconda metà del ‘700, grazie al profondo interesse per la cultura da parte di Elisabetta Contarini, moglie di Giacomo Mosconi de Fugaroli, la villa di Sandrà, così come d’inverno la casa di Verona e in altri periodi la villa di Novare, divenne sede di un salotto letterario frequentato dai più illustri intellettuali e artisti del tempo, tra i quali spicca la figura di Ippolito Pindemonte.
Degna erede di tale vivacità culturale fu la figlia di Elisabetta, Clarina Mosconi, che, nei primi decenni dell’800, intellettuale (soprattutto traduttrice dal francese e dall’inglese) nota e apprezzata lei stessa, accolse nel proprio salotto e diede occasione di incontro e di amicizia ai massimi esponenti della cultura, non solo locale: un nome fra tutti, Vincenzo Monti. Prova evidente dell’apprezzamento di cui la contessa Clarina godeva all’interno dell’élite culturale del tempo sono i numerosi scritti espressamente a lei dedicati dagli autori stessi, contenuti nella ricca biblioteca della villa.
Clarina, sposa del cugino Alessandro Mosconi de Fugaroli, ebbe tre figli, dei quali Giacomo, l’unico maschio, mostrò da subito di possedere le qualità intellettuali della madre, alla quale fu legatissimo. Egli viaggiò molto in Italia e in Europa e corredò le sue esperienze di viaggiatore di dettagliati e interessanti resoconti che inviava assiduamente alla madre stessa (vd. epistolario). Conobbe e fu amico di artisti e letterati noti e meno noti che stimava e da cui era stimato (numerose le dediche autografe degli autori stessi). Fu lui stesso, oltre che collaboratore di giornali milanesi, scrittore di racconti di viaggio e novelle, da una delle quali il contemporaneo e noto pittore veneziano Francesco Hayez trasse spunto per un suo dipinto. Tutto ciò prima dell’improvvisa morte del padre (1836), evento che lo costrinse a occuparsi della famiglia e del patrimonio; sposatosi nel 1844, abbandonò definitivamente ogni aspirazione artistica.
La morte precoce di Giacomo nel 1855 rappresentò infine l’atto conclusivo di una bellissima storia che aveva fatto di Sandrà e della sua villa, per circa un secolo, un luogo cui oggi si potrebbe attribuire a buon diritto il ruolo e la denominazione di “polo culturale”.
Oggi, Maria Vittoria Negri, erede e discendente dei Mosconi, rendendo accessibile, con la biblioteca, anche il ricchissimo archivio di famiglia, epistolare e documentale, che la villa Saletto contiene, vorrebbe restituire alla casa e al paese, almeno in parte, il ruolo che questi hanno rivestito nel passato. Con questo intento, e grazie alla collaborazione di un gruppo di studiosi e appassionati, è stata fondata l’associazione culturale denominata “Saletto”.