Viaggio a Firenze, 1830 – 8

Firenze, 7 settembre 1830 (martedì) seconda parte

Il Gabinetto Vieusseux è il secondo palazzo sulla sinistra. Di fronte si vede la chiesa di Santa Trìnita, considerata da Stendhal la chiesa alla moda. In fondo si scorge il ponte di Santa Trìnita.

Andai prima di cena a informarmi su Mario Pieri al Gabinetto Letterario1, che mi sta in faccia, e, saputo dove abitava, senza punto sbagliare, potei rinvenirlo; alloggia in un convento disfatto, che dicesi dei Fratini2 e avea appena finito di pranzare a una mensa, per quanto potei dedurre, assai parca. 

Mi vide con piacere, mi condusse nel suo studio, da cui si domina tutta Firenze. Dopo un breve dialogo, lo lasciai per tornare alla locanda e prendere qualche piccola cosa.

Ero appunto sul finire della cena, quando venne a prendermi e assieme andammo a vedere la festa, che si faceva in via dei Servi, verso la Chiesa della Santissima Annunziata. 

Piazza della S.S. Annunziata

Questa festa si chiama della Rificolonae consiste in una specie di fiera di oggetti e di giocattoli per i ragazzi; pressappoco la nostra Santa Lucia, a cui somiglia questo baccano, anche nello schiamazzo e nel concorso4

Infatti uno stridore di zufoli e di grida assorda le orecchie di chi s’aggira in quella via, ove molti giovanotti vanno in processione, a due a due, portando delle campanelle, entro cui ardono moccoli e vanno a coro emettendo dei sonori OO, in toni discordi e accordi, che fanno ridere davvero5

Davanti a queste ciurme va un gonfalone, che è il distintivo della festa e che consiste in un balocco di carta colorata, illuminato da lumini e appeso a un lungo palo, da cui pendono molti palloncini più piccoli appesi a dei semicerchi flessibili, a quando a quando infissi nel palo suddetto. 

Ce ne sono poi di quelli che, in cima al palo, infiggono delle gran figuracce, a grandezza poco meno che naturale, costruite di stracci e di carta e che portano molti, piccoli e grandi, balocchi. 

Intanto il frequente popolo, chi gira ora ride a questi ora schiamazza a quegli, e se ne mena gran festa. 

I fanciulli stanno attorno a delle panche dove sono, in simmetria, disposte bambole, zufoli, giochi e cose del genere, sollecitando i loro genitori a pigliar loro questa piuttosto che quella bagatella; e chi piange, chi ride, chi contende, tutto contribuisce alla celebrazione del bagordo, che tanto è più bello quanto è più rumoroso. 

Firenze, 8 settembre 1830, mercoledì (festa di precetto)

Santa Maria del Fiore (Duomo)

Sono stato a udir messa alla Chiesa di San Giovanni e al Battistero, poi passai al Duomo e quindi alla basilica della Santissima Annunziata, ma vi fui soltanto per appagare la prima curiosità, non già per esaminarli bene, perché mi riservo di farlo in seguito. 

Il tempo piovoso mi fece or ora tornare all’albergo, dove probabilmente resterò sino all’ora del pranzo.

Ora vi dirò che di salute sto abbastanza bene, benché sia stanco per il viaggio e penso di starmene un giorno o due a riposo, cioè prima di intraprendere le visite alle gallerie e cose simili. 

Addio, Pieri mi dice che parte la posta. 

Vi abbraccio di cuore con Teresina, addio

Il Vostro Giacomo

I luoghi e gli incontri

Il Gabinetto Vieusseux

Il Gabinetto di G.P. Vieusseux (1779-1863), fondato nel 1819 e inaugurato il 25 gennaio 1820, era un importante centro culturale. Era nato come gabinetto di lettura delle più importanti riviste europee.

«Il benemerito G.P. Vieusseux aprì in questo palazzo un Gabinetto Scientifico-Letterario, nel quale il forestiero e il cittadino, mediante modica retribuzione, possono recarsi ogni giorno, salvo le principali solennità dell’anno, dalle otto di mattina alle dieci di sera, per leggervi oltre 50 giornali politici e 100 scientifici-letterari che si pubblicano in varie parti d’Europa. Inoltre avvi una Biblioteca consultativa ricca di non meno di 1.500 volumi, e una circolante che oltrepassa i 16.000 volumi, che gli associati possono consultare a loro agio nelle loro case» (F. Fantozzi, Nuova guida di Firenze, p. 567).

Pubblicò, dal 1821 al 1832, una celebre rivista, l’Antologia. La pubblicazione fu soppressa dalla censura.

«… Vieusseux, libraio e uomo di spirito, editore dell’Antologia, il miglior giornale d’Italia. Questa rivista è sottoposta a censura, in compenso è scritta con coscienza, cosa forse unica nel continente» (Stendhal, Passeggiate romane)

«Il prezzo dell’associazione è regolato come segue: paoli 90 per un anno, 20 paoli per un mese, 2 paoli per un giorno …» (Nuova Guida di Firenze…, Ricci, 1835)

La censura del Granducato di Toscana era una delle più tolleranti d’Italia, ma si dovette arrendere davanti alle proteste degli austriaci e degli ambienti reazionari per degli articoli pubblicati sull’Antologia di Vieusseux. Uno degli articoli era di Niccolò Tommaseo, pubblicato con le iniziali K. X. Y. e trattava de La Grecia descritta da Pausania. Volgarizzamento con note al testo, di Sebastiano Ciampi.

Il titolo dell’articolo era “Analogie tra la Grecia e l’Italia” e Tommaseo paragonava l’Acaia (regione del nord del Peloponneso) al Lombardo-Veneto.

Vieusseux, convocato dal Buon Governo (polizia), si rifiutò di dire il nome dell’autore dell’articolo e la censura tolse l’autorizzazione alla pubblicazione della rivista. (N. Tommaseo, Un affetto, memorie politiche)

La censura, all’epoca, aveva aspetti deliranti per noi contemporanei, soprattutto nel Lombardo-Veneto, nel ducato di Modena e nello Stato della Chiesa.

«È così che un popolo di diciotto milioni di persone e più resta muto…» (Stendhal, Roma, Napoli e Firenze)

Mario Pieri

Mario Pieri (1776-1852) era un letterato di origine greca, che si stabilì in Italia nel 1804. 

Conosceva bene i Mosconi e aveva avuto un debole per Clarina, la madre di Giacomo. La sua corte era stata, molto gentilmente, rifiutata, ma la simpatia e l’affetto erano rimasti, come si vedrà durante tutto il soggiorno di Giacomo Mosconi.

Visse una vita semplice, non priva di problemi economici, illuminata dalla sua passione per la letteratura.

Nel 1830 ha 54 anni.

Firenze, 7 settembre 1830, martedì

Oh, la cara sorpresa! Mentre io stava per uscire di tavola, mi viene annunziato un veronese che mi recava una lettera… Chi era? Il figlio della mia dolcissima amica Clarina, il buono e studioso giovanetto Giacomino Mosconi. Il cuore mi batteva forte nel petto, che s’aspettava di vedere anche la sua Clarina, ma è stato deluso… Pazienza! Intanto io gioverò ed accarezzerò quanto so e posso il mio bravo Giacomino, caldissimamente raccomandatomi dalla madre sua.

Siti di libera consultazione

Vai alla prossima lettera

  • Note
  • 1- la sede del Gabinetto Vieusseux era in Palazzo Buondelmonti, in piazza Santa Trìnita, ora è in Palazzo Strozzi.
  • 2- Mario Pieri, all’epoca, abitava nell’ex convento di Sant’Agostino su la Costa, tra via Costa San Giorgio e via Costa Scarpuccia.
  • 3- tuttora organizzata il 7 settembre. (P. Thouar, Notizie e guida di Firenze e de’ suoi contorni, pp.273-274)
  • 4- afflusso di persone.
  • 5- Gli OO, di cui scrive, fanno parte di una filastrocca che veniva cantata: «Ona, ona, ona / oh che bella rificolona…».

AMS. Mario Pieri n. 10 lettere dal 1830 al 1835

Condividi sui social