La costruzione della ferrovia Milano-Venezia (allora chiamata Ferdinandea) scatena rivalità tremende sul percorso; la storia continua tutt’ora. Uno dei maggiori finanziatori dell’opera, Spiridione Papadopoli (cognato di Giacomo Mosconi) fu costretto a dimettersi dalla Direzione e la linea passò per Treviglio.
Lettera di Teresina Mosconi Papadopoli al fratello Giacomo Mosconi
Venezia 23 luglio 1841
Mio caro fratello ti scrivo anticipatamente due righe nella speranza che i miei auguri ti possano proprio giungere domenica che è il tuo giorno onomastico.
[pag 3 rigo 12] Spiro (Il marito Spiridione Papadopoli) domani va di volo a Vicenza per un abboccamento colla direzione Sanitaria e tornerà domani. Egli poi andrà a Milano verso gli otto dell’entrante mese, ma io non lo accompagnerò. Spero che tutte queste furiose questioni vi si calmeranno e si accorderanno a Milano, io qui non vedo l’ora che tutto sia finito, e tu me lo crederai se leggerai tutti gli ingiuriosi articoli inseriti nella Gazzetta di Venezia dove si attacca senza pietà questa povera Direzione. Sai tu che Spiro fu minacciato di dodici pugnalate se la linea di Treviglio non passa. La lettera orba (anonima) che lo minaccia è andata al Vicerè e Brambilla si crede l’autore. Tutti gli articoli in favore della linea per Bergamo sono sanciti dalla nostra Direzione e sono scritti alcuni da Avesani, e altri dall’avvocato Castelli; quelli contro sono di Paleocapa tutti quantunque alcuni col nome di Malaspina che è un suo subalterno.
ARCHIVIO Mosconi-Negri N° 1689
Esposta alla mostra convegno 2015