1840 – Assalto alla diligenza a Cà di Cavri

Lettera di Clarina Mosconi al figlio Giacomo Mosconi a Venezia dalla sorella Teresina.  Pericoli sulla strada per Verona a Cà di Cavri.

Verona 12 febbraio 1840

Mio caro Giacomo

Ho ricevute le care tue righe che mi hanno consolato assai. Prima di tutto sento con grande mio conforto che la Nina si accosta celermente alla sua guarigione….. pag.2 rigo 6…… 13 febbraio alle 7 della mattina. Buon giorno mio caro Giacomo. Ieri ho dovuto sospendere la mia lettera perché è venuta gente e poscia sono andata a finir la giornata dai nostri buoni  Persico. Spero che con queste belle giornate farai qualche passeggio; te lo raccomando. Nulla di nuovo qui che mi sappia tranne un assalto fatto a Cà di Cavri sopra alcuni Piemontesi che furono svaligiati affatto alle sette della mattina. I ladri fuggirono verso i Querni (Quaderni) e furon veduti a caso da un ragazzo, che certo ignorava l’assalto che avevano commesso, a nascondere in una siepe della roba. Il ragazzo avvertì suo padre che cercando trovò delle armi cariche e coltelli. Corse dal parroco dei Querni il quale seppe che tre persone sconosciute erano all’osteria che mangiavano e gavazzavano (gozzovigliavano); allora spedì tosto per la Pretura raccomandando di tener occupati quei tre, il che fece l’oste col proporre ad essi un gioco di Borelle (birilli). Infine furono presi tutti e tre, ma fecero tale resistenza che un di questi ladri è ferito mortalmente. Sono tre beccai che stanno a S.Zeno in Verona. Mia sorella che si trovava a Villafranca quella mattina per riscuotere l’intero suo credito da Checco Segattini che glielo  pagò  difatti, vide le armi e seppe dalla Pretura stessa l’accaduto…..

 
ARCHIVIO  Mosconi-Negri    N° 1316
Esposta alla mostra 2015

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