Viaggio a Firenze, 1830 – 10

Firenze, 13 settembre 1830 (lunedì) prima parte

Queste benedette forze finalmente se ne vanno ritornando e comincio a sentirmi come stavo nel passato autunno. 

Piazza del Granduca, attuale piazza della Signoria

Ecco cominciato il mio giro d’osservazione. La piazza del Granduca è stata la prima cosa che ho esaminata. Se io vi parli della statua equestre del Giambologna, della Loggia dell’Orcagna, o del palazzo detto del Granduca, io non so cosa sia meglio. Sono tante le belle cose da ammirare, che non saprei quale debba esser più degna di encomio; ciò non di meno vi dirò che Donatello e Benvenuto Cellini, l’uno nella Giuditta, l’altro nel Perseo, hanno destato in me la maggior reverenza.

Perseo con la testa di Medusa (1545-1554)

Benvenuto Cellini (1500-1571)

E quel ratto delle Sabine del Giambologna non fa stupire? 

Infine tutte le altre statue, che in questa loggia, detta anche dei Lanzi, si trovano, contribuiscono a rendere quell’edificio ammirevole, sia per l’architettura e che per i tesori che racchiude. 

L’antico palazzo non poteva aver miglior risalto che coll’Ercole che uccide Caco del Bandinelli e il David di Michelangelo. Il cortile interno desta un certo sacro orrore (rispetto profondo) per la scarsa luce e per le sode e squisite fattezze con cui è stato costruito. 

Avrei voluto visitare l’interno superiore degli appartamenti, di cui non potei ancora trovare il custode, anche se mi si dice che non meriti molto di essere visitato; io però, a ogni modo, voglio almeno vederlo. 

Sono stato dal Ministro Austriaco, credendo che fosse arrivato, ma non si trova ancora a Firenze. 

Che belle cose ho veduto in questi giorni per le botteghe! Quante tentazioni! Io però non spenderò i miei pochi denari e me la passerò lo stesso.

Ieri sera fui al teatro Cocomero1 che si riaprì dopo averlo molto graziosamente rinnovato, vi si rappresentava La Straniera2 di Vincenzo Bellini e i soggetti erano passabili. Vi ammirai una bella scena, o decorazione che vogliam dirla. 

E per dirvi tutto, anche se mi merito il titolo di profano, fra un atto e l’altro, nella contigua bottega vi ho assaporati dei dolci, che mi hanno beatificato. Basta, io non so se si possa trovare di più a Londra o a Parigi, fatto sta che a Firenze non mancano cose per soddisfare desideri, per quanto strani siano. 

Dite a Ottavio Cagnoli3 che ho veduto Molini4 e che lo trovai cortese, mi disse che tanto Nistri5 che Giovanni Rosinisono a Pisa. 

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  • Note
  • 1- Teatro Cocomero: ora teatro Niccolini, in onore di Giovanni Battista Niccolini, drammaturgo, che Giacomo Mosconi conoscerà durante il soggiorno. (Fantozzi, Nuova guida ovvero Descrizione storico- artistico-critica della città e contorni di Firenze, pp. 367-368)
  • 2- La Straniera di Vincenzo Bellini è stata nuovamente rappresentata a Firenze solo nel 2019.
  • 3- Ottavio Gagnoli (1783-1865) fu un uomo molto colto che scrisse di storia, di bachicoltura, di strade ferrate, di pubblica istruzione, ecc. Era grande amico dei Mosconi. Il celebre astronomo Antonio Cagnoli (1743-1816) era suo zio.
  • 3- Probabilmente Luigi Molini, figlio di Giuseppe Molini. Giuseppe Molini (1772-1856), famoso libraio, editore e bibliotecario, è a Parigi: così dice Giacomo Mosconi nella lettera del 20 settembre.
  • 4- Carlo Nistri (1784-1860), editore pisano. Nel 1833 fu costretto a liquidare l’azienda, condannata per aver pubblicato Le mie Prigioni di Silvio Pellico. La casa editrice riprese l’attività sotto la direzione del figlio Giuseppe Nistri (1815-1864).
  • 5- Giovanni Rosini (1776-1855), poeta e romanziere, qui è citato come editore.  

Archivio Mosconi (a cura di Franco Corsini)

Bibliografia

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