Viaggio a Firenze, 1830 – 2

Modena, 2 settembr1830 (giovedì) (eclisse di luna)

In una carrozza, tutta a disposizione dell’Ottolini e di me, sono stato trascinato a questa mezza vecchia e mezza nuova città. (45-50 km)

Modena

A forza di hii e di huu, nonché di tutte le altre lettere dell’alfabeto, si fece per bene il nostro viaggio. Il mio compagno mi tenne desto, perché, a ogni albero o canale d’acqua, facea punti di ammirazione così strepitosi, che parea un’eco, che ripetesse le rumorose sollecitazioni, che il vetturale faceva alle mansuete sue bestie.

Mi sono fermato pochi minuti per vedere la bella abbazia a San Benedetto Po.

Abbazia di San Benedetto Polirone (San Benedetto Po)

Mentre io ne ammiravo l’architettura esterna ed interna, il mio compagno si occupò molto a esaminare il battente di una porta, che lo ferì e, con mia confusione, mi avvidi che egli era un esaminatore molto più minuzioso di me!

Chiostro dell’abbazia

Se, dopo San Benedetto, vi parlo della bontà e gentilezza del doganiere modenese1, non ve ne meravigliate, perché io continuo tuttora a farne panegirici. Egli non volle neppure farmi aprire il sacchetto delle cose da notte. Dopo il doganiere vien subito il vino di Novi, buono come l’Aleatico e di un prezzo così vile, che pare quasi impossibile2.

Sono stato a girar Modena e ho trovato Giuseppe Carandini3 in campagna, Giuseppe Tramontini4 parimenti, [?] era fuori di casa: egli però venne tosto a prendermi all’albergo e con lui sono stato a girare quasi tutta Modena.

Or torno a casa e trovo il mio compagno, che dorme dalle 3 e non s’è nemmeno presa la briga di por piede fuori di casa! Perché tutte le cose vadano in regola, si è dimenticata la camicia da notte a Mantova e spera di trovarla spedita a Firenze.

A buon vederci domattina, ora corro tosto a letto, per darvi domani altre nuove.

Il viaggio e i ponti

La distanza tra Mantova e Modena era di poste 5,25 con soste a San Benedetto, Novi e Carpi.

Il fiume Po si attraversava su un “ponte volante”5, l’approdo era a Gorgo (San Benedetto Po), il ponte di barche venne inaugurato solo nel 1893, mentre il ponte in muratura venne realizzato tra il 1964 e il 1966.

I due ponti affiancati negli anni ’60

Per secoli i ponti fissi, in legno e in muratura, furono costruiti dove il corso del fiume era più stabile; in pianura i grandi fiumi esondavano facilmente e spesso si attraversavano con traghetti di barche o a guado. Sulle carte geografiche dell’800 questi passaggi venivano indicati con grande precisione, segnalandole il tipo: ponte di barche, ponte volante, traghetto con barca, guado per vetture, ecc.

Un guado dipinto da Benno von Achenbach (1861-1936)

Attualmente è in costruzione un avveniristico ponte che sostituirà il vecchio, inaugurato nel 1966 e danneggiato da forti ondate di piena e dal terremoto del 2012.

Tra San Benedetto e Novi si trovava il confine tra il Lombardo Veneto e il Ducato di Modena: quindi c’era il controllo del visto del passaporto (sia da parte delle guardie austriache che da quelle del ducato) e il controllo dei doganieri (come sempre, più severi con chi entrava nel paese) con tassa d’entrata o gabella.

I controlli alla dogana riguardavano le cose più disparate; nelle guide turistiche per gli stranieri, veniva raccomandato di portare pochi libri e si faceva un elenco dei testi proibiti dalla censura: «Tutte le opere che trattano argomenti politici, quelle contrarie alla religione cattolica, i giornali francesi, in generale, sono severamente proibiti in una gran parte d’Italia.» (Guide au voyager en Italie, Paris, Richard, 1850).

Per evitare problemi alle dogane, Stendhal lasciava i libri acquistati all’albergo e ne comprava di nuovi, cambiando Stato: «La vista di un libro irrita i doganieri, che si suppone sappiano leggere, e che tre volte al mese si sentono rimproverare d’aver fatto passare, sotto il falso titolo di Vita di Sant’Ambrogio un Compare Matteo6. (Stendhal, Roma, Napoli e Firenze).

Per i lettori curiosi

«Ponte volante denota un ponte composto da due battelli uniti da un tavolato, con una gomena sostenuta da distanza a distanza da battelli ». (Giuseppe Maria Secondo, Ciclopedia)

Un pettegolezzo storico: nel 1892 il Consiglio provinciale di Mantova decise di sostituire il ponte volante con il ponte di barche dismesso da Cremona (dove stava per essere inaugurato un meraviglioso ponte di ferro).

Un illuminato consigliere dell’opposizione fece ricorso al Consiglio di Stato contro la spesa, sostenendo che era una spesa facoltativa. Il Consiglio di Stato respinse il ricorso7 e il ponte di barche venne acquistato per 60.000 lire.

Siti di libera consultazione

Il fiume e i ponti

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  • Note
  • 1- Prima dogana.
  • 2- Novi di Modena, stazione di posta. Il vino sarà Lambrusco.
  • 3- Giuseppe Carandini (1790-1855), amico di famiglia. Ha 40 anni. (da non confondere con l’omonimo cartografo)
  • La moglie  di Giuseppe Carandini, Vittoria Trivulzio (22 anni), molto appassionata di musica, ebbe un celebre salotto di stampo liberale.
  • Il matrimonio di Giuseppe Carandini con Vittoria Trivulzio fu celebrato da Vincenzo Monti, nel 1825, con l’idillio “Le Nozze di Cadmo ed Ermione”.
  • 4- Giuseppe Tramontini (1768-1852) veronese, professore di geometria descrittiva dell’Università e della scuola militare di Modena. Ha 60 anni.(D. Diamillo Müller, Biografie autografe ed inedite di illustri italiani di questo secolo, Torino, Pomba, 1853, pp. 346-349.)
  • 5- «Si attraversa il Po sopra un ponte volante» (Massimo Fabi, Viaggio in Italia, nuovissima guida)
  • 6- Compère Mathieu (1765) fu un libro di grande successo e decisamente scandaloso, per il contenuto erotico e anticlericale.
  • 7- Consiglio di Stato, La spesa per i ponti è sempre obbligatoria, (dec. 29 dicembre 1892 n. 365).
  • AMS. Vincenzo Monti: n. 6 lettere (maggio-giugno 1820)
  • AMS. Trivulzio: n. 2 lettere (1831 e 1836)
  • AMS. Archinto (cognato e sorella di Vittoria Carandini Trivulzio): n. 5 lettere o biglietti (1834-1835)

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