Viaggio a Firenze, 1830 – 25

Firenze, 23 settembre 1820 (seconda parte)

Dopo aver fatte ormai tre visite alla mostra dalle Belle Arti sono stato a dare un’occhiata, nel Convento di San Marco, ai famosi dipinti del Beato Angelico e al famoso Cenacolo del Ghirlandaio, opere reverende per la loro antichità.

Cenacolo (1486) di Domenico Ghirlandaio

Dei quadri antichi, che sono alle Belle Arti, ve ne ho in succinto parlato altre volte, sicché giova dare un addio alla pittura e lo daremo anche alla scultura, dopo questo aneddoto che vi debbo narrare. 

Fu, alcuni giorni sono, scritta una lettera a Parigi nella quale si dava notizia che, sulla piazza del Duomo, avevano scoperte due statue colossali rappresentanti i due architetti Arnolfo e Brunelleschi. La parola scoperte fu interpretata per trovate, sicché si scrisse sopra un giornale francese una lunga filastrocca, assai bene composta, sopra questi due rari oggetti di antichità e sopra il loro artefice Luigi Pampaloni, il quale aveva inciso il suo nome su queste statue e che sino ad ora, per caso raro, non era mai stato conosciuto per alcun altro lavoro.

Vi lascio immaginare che risate si fecero a Firenze dove, pochi giorni innanzi, si erano levati alle statue quei ripari, che le avevano coperte, e dove si cominciavano a far buoni pronostici sul giovane scultore.

Gazzetta di Firenze, 16 settembre 1830

La Gazzetta di Firenze rispose assai gentilmente a questo foglio e, per ultima cosa, invitò il Pampaloni a mettere nelle pubbliche strade il suo atto di nascita, affinché non venisse preso per un’anima ritornata dall’altro mondo. Ecco la notiziola.

Per i lettori curiosi

Università di Firenze: il David di Michelangelo nell’epoca della riproduzione digitale – video ►

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