Viaggio a Firenze, 1830 – 27

Firenze, 25 settembre 1830 (sabato)

In questo momento ho ricevuta la vostra del 20. La quale mi mette il dubbio se vi debba spedire i due fogli malissimo scritti, perché dettati in tutta fretta; ma, coraggio, io confido in Negrisoli. 

Quante belle cose mi dite su queste mie lettere: per amor del cielo, fate che muoiano non sentite, o mi mettete l’obbligo di spedirvene di studiate, cosa che né vorrei né potrei fare. 

Battista1 m’ha morto con la sua sentenza e io non posso far altro che tacere; ditegli però che, nella Cappella dei Medici, non trovai meravigliosa che la ricchezza dei marmi. Se poi mi vuol negare che Brunelleschi non sia grande, tanto nella Chiesa di San Lorenzo che nella Cappella della Chiesa Santa Croce, mi ribello o, per meglio dire, mi dichiaro perduto, perché io sento il mio intimo gusto affascinato da questo genere di bello.

la Cappella Pazzi affacciata sul primo chiostro della basilica di Santa Croce

E, tra i perduti, ho con me molti forestieri e fiorentini, che pure mi parlarono con reverenza di quell’uomo!

Sulla Fornarina poi non apro bocca, o se la apro vi faccio sopra un segno di croce, come fanno molti quando sbadigliano2. Ma no, ditegli che l’aprirò per dargli un gran bacione al mio ritorno.

Mi rincresce di udire i danni della tempesta, ma l’affliggersi dei mali, a cui non v’è riparo, è cosa inutile, quindi non voglio pensare a malinconie e cerco di stare allegro. 

Salutatemi gli zii, i cugini, gli amici e riveritemi le signore che hanno la bontà di chiedervi di me.

Dite a Teresina, che mi deve pagare il debito di una lettera e che perciò le mando un bacio di meno, ne tengo pure uno indietro per Bettina, alla quale farò il saldo col pagamento, anche degli interessi, in tanti dolci.

Tanti saluti al mio buon Negrisoli e tanti ringraziamenti per gli auguri e per le tenere espressioni, che mi fa. A Paul un bacio e tanti a voi. 

Filippo Brunelleschi

  • Note
  • 1- Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona: Giovambattista da Persico video ▶︎
  • 2- Allude a una superstizione popolare: fare un segno di croce impediva al diavolo di entrare nel corpo.

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